Il Massiccio carbonatico del Matese, sotto un profilo speleologico riserva più sorprese di quante ne possiamo immaginare. Essendo la montagna di origine carsica, l’acqua nei millenni è riuscita a scavare vere e proprie strade sotterranee, creando percorsi di un’incredibile bellezza. La grotta più profonda che si trova nel Matese è Pozzo della Neve, decima in Italia con una profondità di 1.048 m, vanta al momento un’estensione di 8 chilometri. Tullio Bernabei, che è il massimo conoscitore di questa meraviglia sotterranea, definisce questa grotta come “Abisso dei sogni”, viste le sue dimensioni e le stanze enormi ed insolite per le grotte che si trovano nel Matese. Questa grotta si trova nella parte nord orientale del Matese, nella zona di Campochiaro, l’ingresso è situato a quota 1.368 m all’interno dell’area protetta del WWF.
LA STORIA DEL "POZZO DELLA NEVE"
Nel 1955 un gruppo di speleologi romani, scopre l’ingresso di questa grotta ed inizialmente la esplora fino a -110 m, non riuscendo ad andare oltre per colpa di un sifone pieno d’acqua che rende impossibile continuare l’esplorazione. Successivamente nel 1962 le condizioni della grotta giocano a favore degli speleologi, il sifone è vuoto a causa di un periodo di siccità prolungata e la grotta viene esplorata fino all’inizio del Ramo Attivo e parte del Pozzo 80 (per facilitarne la comprensione seguite la mappa della grotta nella galleria fotografica). Nel 1972 si raggiunge la Galleria Annunziata e nei due anni successivi si riesce ad esplorarla solo fino a -731 metri perchè si incontra un nuovo sifone che blocca la via. Finalmente nel 1988, dopo aver esplorato in più spedizioni il Ramo dei Babà, Ramo delle Foglie e Ramo dei Sifoni, quattro speleologi romani riescono a superare il sifone in immersione e toccano il fondo a quota -1.045 m. Le esplorazioni continuano tutt’oggi. L’accesso alla grotta è garantito solo nel periodo estivo a causa del primo sifone a -110 m che ostruisce il passaggio.